Monete romane repubblicane: è il loro momento
Su un punto i risultati dell’asta 67 di Numismatica battuta a Londra da Bertolami Fine lo scorso 11 luglio sono incontrovertibili: il collezionismo internazionale di alta fascia si è innamorato delle monete romane repubblicane e pezzi eccezionali come quelli proposti da BFA richiamano i più importanti collezionisti del mondo. Così, al termine di due serratissime gare, vanno a finire in India i due top lots della tornata: il lotto 357, un aureo di Marco Giunio Bruto e Lentulo Spintere coniato nel 43/42 a.C. da una zecca mobile al seguito di Bruto, e il lotto 361, un aureo legionario di Marco Antonio coniato nel 32/31 a.C. da una zecca mobile al suo seguito.
Marco Giunio Bruto e Publio o Lentulo Spintere, Aureo.
Zecca mobile al seguito di Bruto, 43/42 a.C
Lotto 357 dell’asta 67 Bertolami Fine Art di Numismatica – Londra, 11 luglio 2019
Venduto a € 112.400 – Vice record mondiale per questa tipologia di moneta.
Il top lot dell’asta? L’aureo del cesaricida Bruto (solo sei esemplari conosciuti)
La finezza dello stile, il perfetto stato di conservazione e l’estrema rarità giustificano l’acquisto dell’aureo di Bruto e Lentulo Spintere a 112.490 euro (base d’asta 33.600), la seconda aggiudicazione di tutti i tempi per una tipologia di cui si conoscono solo sei esemplari, quattro dei quali in collezioni museali. L’identificazione del Lentulus Spint(ther) citato sul retro dell’aureo è stata al centro di ampio dibattito tra gli studiosi di monete romane repubblicane. Ove infatti si trattasse del famoso Publio Lentulo Spintere che allo scoppio della guerra civile tra Cesare e Pompeo scelse di militare tra le file dei pompeiani, la moneta – verosimilmente emessa nel 43/42 a.C. – dimostrerebbe infondata la notizia della sua morte nel 48 a.C. nel corso della battaglia di Farsalo. Più verosimilmente ci troviamo però di fronte a un altro membro della famiglia, probabilmente il figlio.
Marco Antonio, Aureo
Zecca mobile al seguito di Marco Antonio,
32/31 a.C.
Lotto 361 dell’asta 67 Bertolami Fine Art di Numismatica – Londra, 11 luglio 2019
Venduto a € 111.104 – Vice record mondiale per questa tipologia di moneta.
Un aureo legionario di rara bellezza
Sfiora il record mondiale anche l’altro highlight repubblicano, il lotto 361 che, passando di mano a 111.104 euro (base d’asta 33.600), diventa il secondo aureo legionario di Marco Antonio più pagato di tutti i tempi. Il pezzo in catalogo BFA è l’unico a oggi conosciuto nella variante caratterizzata dalla presenza sul retro delle insegne dell’XI legione. Unicità e valore storico di una moneta coniata per finanziare la campale battaglia contro Ottaviano, uniti allo stile prezioso dell’incisione su flan molto largo hanno ovviamente generato una vivacissima gara e siamo certi della felicità del fortunato acquirente.
Papio, Denario serrato, Roma, 79 a.C.
Lotto 278 dell’asta 67 Bertolami Fine Art di Numismatica – Londra, 11 luglio 2019
Venduto a € 12.707,52 – Record mondiale per questa tipologia di moneta.
Due denari repubblicani da record (mondiale!)
Nella sezione dedicata alla Repubblica romana il record mondiale arriva con due denari di qualità straordinaria. Alta tensione in sala per l’elettrica gara conclusasi con l’acquisto a 12.707 euro del denario serrato di L.Papio (Roma 79 a.C.), a detta di molti l’esemplare più bello e meglio conservato mai visto per questa tipologia. Si partiva da una base d’asta di 448 euro, un valore normale per un denario d’argento. Di normale però in questo particolare esemplare non c’era nulla. Fuori norma l’eccezionale stato di conservazione e il virtuosismo incisorio che consentiva di cogliere ogni più minuto dettaglio del profilo femminile raffigurato sul dritto, un ritratto di Giunone Sospita, la dea tutelare di Lanuvio, identificata dalla pelle di capra che le ammanta il capo. Di stile non meno eccellente il bellissimo grifone sul retro.
Mn. Cordio Rufo, Denario, Roma, 46 a.C.
Lotto 333 dell’asta 67 Bertolami Fine Art di Numismatica – Londra, 11 luglio 2019
Venduto a € 9.110,53 – Record mondiale per questa tipologia di moneta.
Altrettanto bello il lotto 333, un denario di Mn Cordio Rufo che molti sono venuti a visitare nei giorni dell’esposizione attirati dalla fama della sua perfezione. Interessante anche l’iconografia, tutta dedicata a Minerva, divinità evocata sul dritto dall’effige del suo elmo sormontato da una civetta e sul retro dalla corazza con testa di gorgone indossata dalla divinità guerriera.
Anonimo, Dupondio fuso, Roma, 230 a.C.
Lotto 243 dell’asta 67 Bertolami Fine Art di Numismatica – Londra, 11 luglio 2019
Venduto a € 21.715,00
Le prime monete romane repubblicane: un “fuso” eccezionalmente conservato
L’eccellente performance d’asta del lotto 234, partito da una base d’asta di 4.926 euro e venduto a 21.715, è spiegata da caratteristiche fuori dal comune. Non capita infatti sovente di imbattersi in una testimonianza così perfettamente conservata degli albori della storia monetaria romana, quella delle prime monete, pesanti e rozzi pezzi di bronzo fuso. Il fuso in questione, un dupondio del 230 a.C., era però tutt’altro che rozzo, caratterizzandosi al contrario per uno stile molto fine valorizzato da una intonsa patina verde brillante. La gara per aggiudicarselo non poteva che essere vivace.
Angelica Bonvicini