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MANOSCRITTO BUDDHISTA CON IL SUTRA DELLA DOMANDA DEL RE UDAYANA DI VATSA Corea,...

Nel Sutra della Domanda del Re Udayana di Vatsa (in sanscrito Udayanavatsarajaparip?ccha sutra; in cinese ??????, You tian wang jing) si discute sulla sofferenza che provoca il desiderio sessuale partendo dalla storia del re Udayana di Vatsa. Vissuto all'epoca in cui Sakyamuni predicava nel nord dell'India, Udayana era noto per le sue passioni mondane, tra cui quella per le donne. Si racconta che una volta, istigato dalla moglie gelosa, fosse sul punto di uccidere sua figlia finché non intervenne il Buddha. Udayanawe è anche noto per aver commissionato la prima immagine sacra del Buddhismo, al quale si convertì dopo aver ascoltato i sermoni di Pindola Bharadvaja, uno dei più stretti discepoli di Sakyamuni. La produzione di manoscritti buddhisti (sagyong) è una delle più ammirate forme d'arte della Corea, apprezzata fin dall'antichità anche in Cina, in Giappone e in Mongolia, Paesi nei quali quali sono tuttora conservati numerosi esemplari di questi testi illustrati. Durante il periodo Goryeo (918-1392), questa pratica devozionale raggiunse il suo acme artistico, con la produzione di numerosi esemplari eseguiti per una committenza piuttosto ampia. Per far fronte alla grande richiesta, nel XII secolo fu perciò istituito l'Ufficio Reale per i Sutra (Sagyongwon), nel quale monaci e calligrafi professionisti si dedicavano alla produzione di manoscritti simili a quello qui presentato. Di solito, i manoscritti erano realizzati utilizzando una carta molto pregiata ricavata dalla corteccia interna dell'albero del gelso, quindi tinta in indaco, sfondo sul quale si stagliava il testo calligrafico e le immagini (pyonsang) a oro oppure argento. L'apertura e la chiusura del manoscritto sono usualmente decorati con arabeschi dei fiori detti posang tangcho
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