Deliziosa figuretta di sirena bifida a cavalcioni di un delfino e recante in equilibrio sulla testa la valva di una tridacna.
Il bronzetto, in origine argentato, presenta ora una splendida patina nera sotto la quale traspare il lucore dell'argento, intatto.
Non si comprende a fondo lo spirito del Rinascimento se non si conosce il fenomeno delle Wunderkammern, ovvero gli strepitosi ambienti in cui meraviglie naturali e artificiali venivano esposte per creare stupore. Per esaltare l'originale bellezza delle rarità raccolte, era d’uso incastonarle all’interno di creazioni di alta oreficeria, che spesso assumevano l’aspetto di fantasiose composizioni mitologiche.
Custoditi nelle Wunderkammern dei regnanti d'Europa, nereidi e tritoni in oro e argento sostenevano Nautilus tempestati di diamanti, smeraldi e rubini, spesso fungendo da regali diplomatici.
Le corti medicee e quelle tedesche collezionavano in modo compulsivo queste meraviglie, segno di un potere che trovava la sua migliore celebrazione nella raffinatezza dell'arte.
Fra gli orafi eccellevano quelli di Norimberga ed Augsburg, in particolare le botteghe di Jamnitzer e di Gross. Di quest’ ultimo, al Kunsthistorisches di Vienna, è custodito un bacile realizzato con valve di tridacna e nereidi.
La premessa introduce l’ipotesi che anche il nostro bronzetto sia espressione di quel mondo: un intrigante oggetto di oreficeria sospeso fra natura e artificio.
Arciduca Geza von Habsburg, Tesori dei Principi - Silvana Editoriale, 1997, pp. 55, 81, 98, 128, 150, 207.
Hugh Honour, Orafi e Argentieri - Arnoldo Mondadori Editore, Verona, 1972, pp. 80, 86.
Manfred Leithe-Jasper und Rudolf Distelberger, Kunsthistorisches Museum Wien - Philip Wilson Publishers Ltd, 1982, p.102.