Bel leone che riproduce il marmo commissionato a Flaminio Vacca nel 1600 come pendant di un leone archeologico, identico ma in controparte, presente nella villa Romana di Ferdinando I de' Medici. Entrambi i leoni sono ora collocati sulla scalinata della Loggia dei Lanzi a Firenze.
Tentare avventurose attribuzioni per i bronzi di scuola giambolognesca non è compito di nostra pertinenza, non ne abbiamo l'autorità, né sarebbe questa la sede appropriata per tentare l’impresa.
Impossibile però non rilevare la somiglianza tra il nostro bronzo e un altro in collezione Michael Hall attribuito da Charles Avery senza ombra di dubbio a Gianfrancesco Susini.
L’esemplare della Collezione Hall riproduce il leone archeologico della coppia Medici, mentre il nostro quello scolpito da Flaminio Vacca.
L'estrema levigatezza del metallo, unita a una tecnica di punzonatura finissima sulla criniera, accomuna le due sculturine in una preziosa somiglianza ribadita anche da altri punti di contatto. Si vedano in particolare i dettagli della mandibola quadrata e dei denti in evidenza, nonché gli originalissimi "colpi di pettine" sul vello dell'animale a simulare ciuffi di pelo. Quest'ultima caratteristica, mai riscontrata su leoni della stessa scuola, crea una liaison molto forte fra le due sculture.
L’elenco degli elementi formali di connessione con il leoncino attribuito da Avery a Gianfrancesco Susini ci fanno azzardare, anche per il nostro bronzetto, una vicinanza a quella scuola. Ipotesi ovviamente da verificare in sede di studi, ma sulla spinta di elementi iniziali molto incoraggianti.