Questa tipologia di venerine in equilibrio su un piede, colte nell'atto di asciugarsi o di levarsi un sandalo, sono per lo più libere interpretazioni di un prototipo greco-romano conosciuto in diversi esemplari e materiali. Si ricorderà, tra le tante varianti in collezioni museali e private, il modello in bronzo del Museo Archeologico di Padova e quello, proveniente dagli scavi di Ercolano della metà del XVIII secolo, conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
La versione studiata in questa sede fa riferimento a tali modelli iconografici, rielaborando il motivo originario attraverso l’inserimento di un’anfora a cui la dea si appoggia mentre si asciuga con un drappo morbidamente ricadente sullo stesso vaso.
Nelle intenzioni dell’autore il bronzetto doveva suggerire un’idea di grande antichità, in piena aderenza al gusto archeologico in voga in epoca neoclassica.