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Simone Cantarini Il Pesarese
(Pesaro, 1612 - Verona, 1648)

Sacra Famiglia con Santa Elisabetta e San Giovannino

Olio su tela
cm. 145,5x109.

Pubblicata da Andrea Emiliani nel 1992, e poi esposta alla grande mostra bolognese dedicata al pittore nel 1998, questa tela superba è stata subito accolta come un'opera autografa di Cantarini, testimonianza rilevante sia del suo controverso ma intensissimo dialogo con Guido Reni, sia della sua produzione tarda, se così si può qualificare l'attività legata agli ultimi anni di vita di un artista morto a 36 anni. Tanto l'iconografia quanto la composizione sono fra le più tipiche e ricorrenti nel corpus del pittore pesarese e nelle registrazioni degli inventari antichi: ma, come notava opportunamente Marina Cellini nella bella scheda di catalogo dedicata al dipinto, a colpire in modo speciale è qui il carattere così affettuoso e "privato" della rappresentazione, che ci introduce alla vena del Cantarini più intima e malinconica. Contribuisce a questa intonazione liricamente domestica che permea il dipinto anche la stesura pittorica, in cui la preparazione "al risparmio", la scelta di una paletta cromatica essenziale e ridotta a poche gamme brune, ravvivate da sapienti tocchi di bianco e dal rosso spento della veste della Vergine, si combinano con un ductus così delicato, tenue e vibrante da rasentare a tratti il non-finito. Lo si può rilevare specialmente nelle due figure di Sant'Anna e ancor più San Giuseppe, dove una condotta pittorica appena abbozzata corrisponde anche ad una consapevole scelta formale, dettata dalla minore rilevanza dei due personaggi sia a livello iconografico, sia sotto il profilo dell'impaginazione della scena, che concentra il focus emotivo e psicologico nel gruppo delle tre figure principali. Proprio lo scambio di gesti e di sguardi tra Gesù e San Giovannino costituisce qui il cuore della scena e l'oggetto principale dell'indagine delle passioni, movente essenziale e costante della pittura dal Cantarini nonché della magistrale calibratura espressiva del nostro dipinto: e non a caso alle spalle di ogni dipinto di Cantarini si colloca sempre un'intensa e accurata elaborazione grafica, con uno studio analitico di gesti, posture, movimenti ed espressioni delle figure. La smaterializzazione dei contorni, la trasparenza degli incarnati, la resa abbreviata delle vesti, la semplicità della struttura indicano un confronto ancora stringente con la produzione matura di Guido Reni, seppur ormai in una dialettica fra maestri di pari livello.

Provenienza:
Collezione Prof. Andrea Emiliani, Bologna
Bibliografia:
A. Emiliani, in La pittura in Emilia e Romagna, Milano, Electa, 1992, t. I, p. 53;
M. Cellini, in Simone Cantarini detto il Pesarese 1612-1648, cat. della mostra, a cura di A. Emiliani, Bologna, 1998, I.60, pp. 196-197;
C. Prete, in Fano per Simone Cantarini genio ribelle, cat. della mostra, a cura di A.M. Ambrosini Massari, Fano 2012, pp. 77-78.
€ 30.000,00 / 50.000,00
Stima
€ 20.000,00
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