Il dipinto è accompagnato da un'expertise del Prof. Sandro Bellesi.
Interessante aggiunta al corpus autografo di Felice Ficherelli, il dipinto è stato situato da Sandro Bellesi nella fase giovanile della sua produzione, tra gli anni Venti e gli anni Trenta del Seicento. In esso, in effetti, si riconosce un legame ancora stretto con l'esempio di artisti fiorentini attivi nei primi decenni del secolo, dal suo maestro Jacopo Empoli a Matteo Rosselli, pure mostrando già quelle qualità che diverranno le sue caratteristiche più spiccate: corposità e morbidezza del colorito, sapienza nell'uso dello sfumato, malinconica languidezza delle espressioni. Caratteri che evidenziano l'attenzione con cui Ficherelli già guardava allo stile colto di Cesare Dandini e alla sensualità della pittura di Francesco Furini.