Questa intensa composizione di frutta, quasi misteriosa nella sua essenzialità, ci conduce sulla scena napoletana al tempo della prima affermazione della natura morta e in modo particolare all'attività inziale di Luca Forte, figura chiave di questa congiuntura della pittura napoletana del Seicento. L'atmosfera umbratile e raccolta, con gli echi ancora vividi del naturalismo caravaggesco e i raffinati effetti luministici che ne derivano, apparentano questa natura morta a quella con Pesche, uva e gelsomini della Collezione Molinari Pradelli a Marano di Castenaso.