Il dipinto reca al retro un bollo in ceralacca: "GALERIE SEDELMEYER PARIS".
Questo dipinto costituisce un esempio dell'accurato realismo e dell'assenza di artefazione retorica cha caratterizzano la ritrattistica lombarda di secondo Cinquecento, nel solco dell'esempio di Giovan Battista Moroni. Di quell'alto modello rinveniamo qui, oltre all'analiticità lenticolare della resa pittorica, il tono misurato, la composizione concentrata, il carattere sottilmente malinconico: qualità che, mutatis mutandis, discendono da superbi esiti moroniani quali il Ritratto di Don Gabriel de la Cueva y Giron della Gemäldegalerie di Berlino, il Ritratto di Giovan Pietro Maffei del Kunsthistoriscehs Museum di Vienna, il Ritratto di cavaliere dell'Isabella Gardner Stewart Museum di Budapest.