Questo dipinto su rame di finissima qualità deve essere riferito senza esitazione al corpus autografo di Francesco Trevisani. La felice composizione, di grande efficacia sia dal punto di vista della resa emotiva, sia nella chiarezza dello svolgimento narrativo, fu più volte riproposta da Trevisani con varianti di diversa entità. In particolare, un esemplare pressoché identico anche per misure, eseguito però su tela, è riprodotto e schedato presso la fototeca della Fondazione Federico Zeri (n° scheda 61149, n° inv. 120335).