Il dipinto è una bella versione coeva di una fortunata invenzione di Francesco Furini, la cui redazione di più alta qualità e indiscussa piena autografia è quella oggi conservata al Museo Ermitage di San Pietroburgo. Rispetto al mito narrato da Ovidio nelle Metamorfosi, il pittore sceglie originalmente di concentrarsi esclusivamente sul sensuale nudo femminile, incatenato alla roccia in una posa dolcemente rilasciata e un'espressione malinconicamente immersa nei suoi pensieri.
Provenienza: Collezione architetto Luigi Moretti, Roma