Il dipinto è accompagnato da un'expertise del prof. Nicola Spinosa.
Questa notevole raffigurazione di Sant'Ambrogio, dottore della Chiesa e vescovo di Milano, riconoscibile per la mitra e il bastone vescovile, trova riscontro all'interno della produzione di Mattia Preti in un altro esemplare, di qualità minore, esitato da Sotheby's il 19 giugno 1997 (lotto 726). Spiccano nel nostro dipinto la possente monumentalità della figura, di impressionante plasticismo, e la preziosità e accuratezza nella resa dei dei paramenti liturgici al gran completo, specialmente il sontuoso piviale e la stola. Nel riconoscere l'opera come "sicuramente autografa di Mattia Preti", Nicola Spinosa, nella sua expertise, ne mette in risalto l'alta qualità sotto il profilo coloristico, espressivo e d'impaginazione, con la spettacolare resa formale della figura del santo seduto davanti al leggio con un libro aperto, ma con la testa girata di tre quarti in direzione opposta, come se la sua attenzione fosse stata improvvisamente richiamata da un'inatteso agente esterno. Lo studioso situa il dipinto tra la fine del soggiorno napoletano e gli inizi del periodo maltese di Mattia Preti, poco dopo il 1660.