Eccezionale manifesto originale della partita di calcio TRA CANTANTI ATTORI E VECCHIE GLORIE del 4 Novembre 1975 che si sarebbe dovuta disputare allo stadio La Favorita di Palermo, e dove avrebbe dovuto giocare anche Pier Paolo Pasolini.
Come è noto Pasolini purtroppo venne assassinato la notte tra l' 1 ed il 2 Novembre del 1975 ad Ostia (Roma) e quindi non prese mai parte alla partita, che non venne di fatto mai giocata.
Il manifesto riporta al centro una bellissima immagine fotografica che ritrae Pasolini sulla sinistra con indosso la maglia della nazionale Cantanti ed Attori, mentre si riscalda giocando a pallone con Paolo Villaggio, sulla destra.
Il testo recita "MARTEDI' 4 NOVEMBRE 1975 ore 14.30 alla FAVORITA - La Roman Actors Organization - Organizza a Palermo con la collaborazione dell'Assessorato Comunale al Turismo Sport e Spettacolo - CALCIO SPETTACOLO - tra cantanti attori e vecchie glorie - Scenderanno in campo : Pier P. Pasolini, Philippe Leroy, Ninetto Davoli, Franco Franchi, Fabio Testi, Don Bachy, Sergio Leonardi, Franco Citti, Franco Interlenghi, Enrico Montesano, Maurizio Merli, Scarpantibus (Cap. Navarro), Il Guardiano del Faro, Da Costa, Charles Palmer, Mario Marenco, Antonio Sabato, Manfredini, Raf Vallone, Pino Caruso, Paolo GIusti - Il calcio d'inizio sarà dato da una nota Attrice - Ingresso Tribuna L.3000 - Gradinata L.2000 - Popolari L.1000"
Il manifesto è stampato da LITOPRINT Palermo con FOTOLITO CASALES
Misura cm.65 di larghezza per cm.95 in altezza. Lievi macchie al retro, in ottime condizioni
Note prese da un articolo scritto da Massimiliano Castellani, venerdì 17 aprile 2015, per la rivista L'AVVENIRE
«Al Trullo il sole come dieci anni fa. “Fermete, a Pà. dà du carci co’ nnoi!”». Era questo il richiamo dei ragazzi di vita, quando invitavano Pier Paolo Pasolini a unirsi a loro in quelle partite improvvisate sui campi polverosi delle borgate romane.Era il calcio che amava di più, quello liberamente ispirato: al “doppio passo” del suo idolo di gioventù, il campione del mondo (nel 1938) Amedeo Biavati, e al dribbling, essenza dell’ancestrale «calcio di poesia», praticato dai brasiliani. Nel gioco del pallone, Pasolini fin da bambino trovò un linguaggio, una forma espressiva assolutamente complementare alla letteratura. Tant’è che per lui i calciatori sono essenzialmente «22 podemi» (proprio come i fonemi) in campo, e le loro combinazioni formano le «parole calcistiche».Questa la teoretica dell’unico vero “poeta del gol” che amava andare allo stadio, ma prima di tutto giocare. <...> Il canto del cigno in campo del poeta della scomparsa delle lucciole e degli scritti corsari avvenne a Trapani, il 4 maggio 1975, in quella che Salvatore Mugno ha ritratto in L’ultima partita di Pasolini (Stampa Alternativa). A Trapani Ninetto c’era - «giocai la mia solita partita da “canazzo” difensivo, maglia n.3» - e con Bruno Filippini, Don Backy e l’ex centravanti della Roma, Pedro Manfredini, detto “Piedone”, Pasolini conquistò la sua ultima vittoria, e forse anche il suo sorriso finale. Assassinato nella notte tra l’1 e il 2 novembre del ’75, il cadavere venne ritrovato di domenica, il giorno dedicato al dio pallone. Due giorni dopo l’aspettavano ancora in Sicilia, alla Favorita di Palermo, per vederlo sfrecciare sulla fascia con la maglia n.11. «Quella maglia – dice commosso Davoli – glie l’ho messa nella bara, a Pier Paolo avrebbe fatto piacere». È il termine giusto, perché prima di andarsene in un’intervista concessa a Enzo Biagi, Pasolini confessò: «Dopo la letteratura e l’eros, per me il football è uno dei grandi piaceri».