L'autore di questo interessante bassorilievo ha scelto la forma ovale, in orizzontale, per rappresentare i vari episodi del Giudizio Universale.
Al centro della composizione, quasi seduto su una balconata di nuvole, il Redentore alza il braccio destro fissato nel momento prima del giudizio finale.
Al suo fianco due ignudi, dal gusto michelangiolesco, sono intenti ad osservare l'uno il Cristo, l'altro la scena sottostante. Tutt'intorno si intravedono le testine dei beati.
Nel registro inferiore, al centro della composizione, Caronte spinge le anime dannate in una caverna infuocata. A sinistra in basso, appena accennate, si riconoscono delle figure accosciate, forse le persone destinate al limbo.
Difficile attribuire quest'opera a scuole specifiche. Senz'altro l'autore potrebbe aver visto l'analogo soggetto michelangiolesco nella Cappella Sistina oppure su qualche riproduzione a stampa.
Certo, la composizione è quella canonica del soggetto, ma gli ignudi richiamano senz'altro la fisicità e la gestualità tipica delle figure di Michelangelo. La scena è risolta, ovviamente, in toni maggiormente feriali e semplificati, ma denota un guizzo tutt'altro che banale o artigianale.