cm. 46,5x39. Con cornice
I caratteri stilistici di questo dipinto, uniti alla rappresentazione informale della dama, suggeriscono un’attribuzione alla tarda produzione di Pompeo Batoni, come proposto da Liliana Barroero. Il confronto con il
Ritratto della principessa Cecilia Mahony Giustiniani del 1785, conservato alla National Gallery of Scotland, evidenzia affinità significative. La giovane raffigurata presenta un ovale affilato, occhi lievemente sporgenti e un naso sottile. Il suo abito bianco, decorato da un fiocco lilla in coordinato con l’acconciatura, è eseguito con tocchi pittorici rapidi e sintetici, mentre il trattamento pittorico del volto, incorniciato da una parrucca bianca incipriata, con lunghe e sottili pennellate, risulta più accurato e definito. Un
taglio sul lato sinistro della tela, oggi restaurato, segue la forma del telaio originale, suggerendo che il raro formato ottagonale sia quello originale, scelto dall'artista stesso.Per la sua semplicità e delicatezza, come pure per la sua eleganza formale, il ritratto si distingue dalle più elaborate effigi femminili di Batoni, ricollegandosi, piuttosto, a opere come i ritratti delle dame della famiglia Miltown (Dublino, National Gallery of Ireland) e quelli di Alexandra e Isabella Lubomirski (Varsavia, Muzeum Narodowe), che mostrano una simile leggerezza e castigatezza classicista nonché un'analoga attenzione ai dettagli del volto.
Bibliografia:
L. Barroero, Pompeo Batoni, in "Iacopo Sansovino, Annibale Carracci ed Altri contributi", Firenze 2007, pp. 132-135.