Il dipinto è accompagnato dall'attestato di libera circolazione.
Questa notevole tela inedita si situa nel cuore di uno dei più affascinanti enigmi caravaggeschi, che probabilmente deve ancora trovare la sua piena risoluzione: la controversia legata all’opera del pittore francese Trophime Bigot e alla sua relazione con il corpus di dipinti riferito all’anonimo Maestro della Candela (Candlelight Master), da vari studiosi fatto coincidere, ma non senza dissensi e criticità, con lo stesso Bigot.
Tutte le opere che vengono radunate intorno ai due nomi, sia che li si intenda come due singoli artisti o come un’unica personalità, hanno in comune la predilezione per l’ambientazione notturna rischiarata solo dalla presenza di fonti di luce artificiale, l’essenzialità e concentrazione compositiva, il registro silenzioso e castigato, nonché naturalmente la virtuosistica padronanza degli effetti luministici, pienamente sfruttati in chiave formale, espressiva e simbolica. Come ben possiamo rilevare nella nostra tela, la luce si irraggia dal Cristo bambino e grazie anche alla fiamma della candela si riflette sul volto di Giuseppe, che incrocia lo sguardo del figlioletto con espressione amorevole e rapita. I due sono intenti a lavorare delle assi di legno, chiara anticipazione della croce che già attende Gesù al termine del suo passaggio terreno.
Se la pittura di Caravaggio costituisce l’inequivocabile e indispensabile antefatto del nostro dipinto, è con la produzione italiana di Gherrit van Honthorst che si devono rilevare le consonanze stilistiche più stringenti. Il soggetto, in effetti, fu più volte rappresentato da Honthorst e merita di essere sottolineata l’estrema affinità di clima emotivo, d’impaginazione e di iconografia che lega il nostro dipinto alla tela del grande maestro olandese già nel convento carmelitano di San Silvestro a Montecompatri. Tra le opere riferite a Trophime o al suo alter ego Maestro della candela le più chiare analogie tecniche e stilistiche possono essere riscontrate con la Cattura di Cristo della Galleria Spada a Roma, il Cristo deriso del Museo Civico di Prato, la Negazione di Pietro del Pennsylvania State Art Museum e il San Girolamo nelle due versioni della Galleria Nazionale di Palazzo Barberini a Roma e della National Gallery di Ottawa.