Il dipinto è accompagnato da un'expertise del Prof. Ferdinando Bologna.
Questo delizioso ritratto di giovane dama riccamente abbigliata, intenta a degustare in poltrona una tazza di tè, rivela al primo sguardo la sua appartenenza alla cultura figurativa veneta della seconda metà del Settecento. Si può riconoscere lo stile maturo di Francesco Fontebasso, qui impegnato in una rara incursione in una scena quotidiana ambientata in un interno di dimora veneziana, a metà strada fra il ritratto vero e proprio e la scena di genere descrittiva alla Pietro Longhi. La pennellata è però ben più fluida e disinvolta, ricca di materia e di finezze cromatiche e luministiche, come si conviene a un pittore che abbia bene in mente soprattutto i vicini modelli della pittura di Sebastiano Ricci, di cui fu forse allievo, e Giambattista Tiepolo. Esempi calzanti a riscontro dell’attribuzione a Fontebasso si possono indicare nell’Allegoria della Carità del Musée Ingres di Montauban, nella Dama che si scalda davanti al braciere in collezione privata milanese e nella Bambina che mangia la pappa del Nationalmuseum di Stoccolma.
BIBLIOGRAFIA DI CONFRONTO:
M. Magrini, Francesco Fontebasso, Neri Pozza, Vicenza 1988.