Il dipinto è accompagnato da un'expertise del prof. Ferdinando Bologna.
Questo notevole dipinto inedito costituisce una significativa aggiunta al catalogo di Anton Maria Vassallo, al quale fu ricondotto da Ferdinando Bologna. Molteplici sono i suoi motivi d’interesse, a partire dalla meno frequente incursione del pittore nell’ambito della pittura mitologica di destinazione privata; ma ancor più intrigante è qui l’attenzione mostrata da Vassallo nei confronti della pittura di Poussin e soprattutto di Cornelis van Poelenburg, seppur mediata, come sempre, dalla cultura rubensinana del suo maestro Vincent Maló. Lo stile presenta i caratteri tipici di Vassallo nell'impianto compositivo, nei nudi femminili e nel paesaggio, sino al delizioso inserto animalista del cagnolino in basso a destra e al brano di natura morta della chitarra con sopra il libro aperto. All’interno della sua produzione di soggetto profano si possono trovare molteplici persuasivi termini di confronto a supporto dell’attribuzione: da una Diana e Callisto transitata qualche anno fa da Christie’s Londra, ai Satiri presso un’erma della Galleria di Palazzo Bianco a Genova, da Giunone e Argo a Cerere dispensa i doni della terra, entrambi conservati presso collezioni private genovesi.
BIBLIOGRAFIA DI CONFRONTO:
A. Orlando, Anton Maria Vassallo, Genova 1999.