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Giovanni Francesco Pieri
(Prato, 1699 - Napoli, 1773)
Attribuito a
Coppia di ceroplastiche italiane, Napoli, XVII-XVIII secolo
Altezza x larghezza x profondità ciascuna: 31 x 25 x 4 cm. Peso complessivo: 2328 gr.
Le due opere rappresentano delle cere policrome modellate e dipinte, entro cornici in legno e legno dorato.
Nelle due composizioni sono raffigurate due scene del Nuovo Testamento:
La prima scena, a sinistra, mostra la Sacra Famiglia inserita in un paesaggio di campagna. Al centro, la Madonna, vestita di rosso e blu, che tiene per mano Gesù Bambino, e al loro fianco la figura di San Giovannino, riconoscibile per le pelli, abbigliamento caratteristico del Santo adulto.
La seconda scena, a destra, mostra il Noli Me Tangere, incontro tra Cristo e Maria Maddalena dopo la Resurrezione, quando Maddalena inginocchiata, con, in questo caso, un cagnolino simbolo di fedeltà, incontra Gesù, stante, nel giardino evangelico.
I due bassorilievi, contraddistinti dalla elaborata costruzione scenica e la dovizia di particolari naturali ed anatomici , seppur non firmati, trovano riscontro nella produzione del ceroplasta Giovanni Francesco Pieri o del suo ambito e presentano forti similitudini con quelle conservate al Museo di San Martino a Napoli.
Bibliografia:
Allievo dello scultore Gioacchino Fortini, Pieri fu attivo tra il 1713 e il 1740, distinguendosi come medaglista, modellatore e ritrattista, ma soprattutto come uno dei più abili ceroplasti del suo tempo. Operò inizialmente alla corte dei Medici e successivamente presso i Borbone a Napoli. Secondo il biografo Francesco Gabburri, fin da giovane si specializzò nella creazione di figure in cera colorata, a mezzo e basso rilievo, che furono particolarmente apprezzate dall’ultimo granduca mediceo, Gian Gastone. Quest’ultimo gli affidò la direzione dell’Arazzeria nella Real Galleria dei Lavori, assegnandogli anche lo studio precedentemente appartenuto al suo maestro, Fortini.
Con la morte del granduca e la fine della dinastia medicea nel 1737, Pieri si trasferì a Napoli, dove dal 1734 regnava Carlo di Borbone. Anche lì fu posto a capo dell’arazzeria istituita dal sovrano, ma il suo successo si legò soprattutto al talento come ritrattista e alla creazione di scene in cera di grande raffinatezza. Le sue opere, spesso non firmate, talvolta riportano un’etichetta di carta incollata sul retro delle piccole cassette con fondo in lavagna che fungevano da base per le sue composizioni.
23/01/2025 10:43:19
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