173
Andrea Porzio
Ostensorio italiano in argento, Palermo, 1768
Altezza x larghezza x profondità: 31 x 25 x 6 cm. Peso complessivo lordo: 910 gr.
parte superiore di un ostensorio a raggiera, privo di base.
L'ostensorio è un oggetto liturgico utilizzato per l'Eucarestia; la tipologia a raggiera è caratterizzata da una corona di raggi che si sviluppa intorno alla teca centrale volti a simboleggiare la luce divina emanata dal corpo di Cristo, posto al centro della teca. I raggi, in questo caso, sono alternati lunghi e più corti, con fiammelle centrali, che creano un effetto dinamico. Intorno alla teca, teste di cherubini alati escono da raggi e fiamme.
Punzonato con il marchio della "bulla" di Palermo raffigurata da un aquila a volo alto in uso dal 1715 al 1825, con il marchio del console Don Gioachino Carraffa "DSM68" e con il marchio dell'argentiere palermitano Andrea Porzio.
L'ostensorio è un oggetto liturgico utilizzato per l'Eucarestia; la tipologia a raggiera è caratterizzata da una corona di raggi che si sviluppa intorno alla teca centrale volti a simboleggiare la luce divina emanata dal corpo di Cristo, posto al centro della teca. I raggi, in questo caso, sono alternati lunghi e più corti, con fiammelle centrali, che creano un effetto dinamico. Intorno alla teca, teste di cherubini alati escono da raggi e fiamme.
Punzonato con il marchio della "bulla" di Palermo raffigurata da un aquila a volo alto in uso dal 1715 al 1825, con il marchio del console Don Gioachino Carraffa "DSM68" e con il marchio dell'argentiere palermitano Andrea Porzio.
Bibliografia:
L’Accascina riferiva il punzone A•P ad Andrea Porzio, argentiere documentato dal 1761 al 1768 (1). L’autore dal marchio A•P potrebbe anche essere, così come è stato notato per l’ostensorio di Villafrati che reca lo stesso marchio, dei palermitani Antonio Pampillonia o di Antonio Papadopoli (2) . Il primo è attivo tra il 1762 e il 1792, il secondo dal 1762 al 1766 (3).
(1) Cfr. Maria Accascina, I marchi delle argenterie siciliane, 1976, p. 60. Per l’artista si veda Barraja, ad vocem Porzio Antonio, in Arti Decorative…, 2015, vol. II, p. 503
(2) Cfr. G. Bongiovanni, scheda n. 56, in Argenti e Cultura…, 2008, pp. 358-359.
(3) Cfr. S. Barraja, ad voces Pampillonia Antonino e Papadopoli Antonino, in Arti decorative…, 2014, vol. II, pp. 472, 475.
L’Accascina riferiva il punzone A•P ad Andrea Porzio, argentiere documentato dal 1761 al 1768 (1). L’autore dal marchio A•P potrebbe anche essere, così come è stato notato per l’ostensorio di Villafrati che reca lo stesso marchio, dei palermitani Antonio Pampillonia o di Antonio Papadopoli (2) . Il primo è attivo tra il 1762 e il 1792, il secondo dal 1762 al 1766 (3).
(1) Cfr. Maria Accascina, I marchi delle argenterie siciliane, 1976, p. 60. Per l’artista si veda Barraja, ad vocem Porzio Antonio, in Arti Decorative…, 2015, vol. II, p. 503
(2) Cfr. G. Bongiovanni, scheda n. 56, in Argenti e Cultura…, 2008, pp. 358-359.
(3) Cfr. S. Barraja, ad voces Pampillonia Antonino e Papadopoli Antonino, in Arti decorative…, 2014, vol. II, pp. 472, 475.
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