Il presente dipinto può essere ricondotto alla produzione Pietro Bardellino, allievo e seguace di Francesco De Mura, e personalità di spicco della scena artista partenopea di secondo Settecento. Tipiche del Bardellino sono le gamme cromatiche dominanti chiare e luminose, l'ariosità della scena, l'impianto compositivo elegante ed essenziale, con lo studiato sfondo architettonico, e, infine, i volti delle due figure che dominano la scena, il sacerdote Zaccaria e Sant'Anna, le cui fisionomie si ritrovano in varie opere del maestro. Come appropriati termini di confronto si possono qui ricordare Ester e Assuero della chiesa di Santa Maria Regina Coeli a Napoli, Enea ai Campi Elisi (Museo di Capodimonte, Napoli) ed Enea si presenta a Didone già in collezione Morano a Napoli.
BIBLIOGRAFIA DI CONFRONTO:
N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento. Dal Rococò al Classicismo, Napoli 1999, pp. 87, 121-125, 281.