Still life of flowers, fruits, crystals and brocades
Oil on canvas
cm. 84x114. Framd
Dopo l'apprendistato milanese nella bottega di Daniele Crespi, intorno al 1634 Pierfrancesco Cittadini si trasferì a Bologna, dove subì l'influenza di Guido Reni. A metà del Seicento Cittadini si stabilì a Roma e in questo periodo si orientò verso la natura morta. Riferendosi a questa tela, riconosciuta per prima da Mina Gregori come opera di Cittadini, Daniele Benati sottolinea come essa rappresenti la varietà dei motivi tipici dell’artista. Tra gli elementi più caratteristici si segnalano per sontuosità il vaso di fiori e la composizione di frutta, nonché le bottiglie di cristallo e oggetti raffinati come vassoi e alzate d'argento, il tutto incorniciato da una maestosa tenda in broccato rosso che si apre come un sipario teatrale.
Il vaso di fiori, in particolare, riflette la lucentezza della pennellata di Cittadini, che si distingue per la sua qualità nell'uso della luce e nella resa dei dettagli. La composizione generale risulta particolarmente ariosa e presenta un certo distacco tra gli oggetti, caratteristica tipica delle opere della maturità dell’artista. La sua abilità nel rendere la preziosità materica degli oggetti è evidente in dettagli come i ricami dorati del broccato o le rifiniture dei calici di vetro, dove Cittadini gioca virtuosisticamente con i riflessi luminosi e le trasparenze, come pure nei cangiantismi del raso della fodera della tenda ripiegata sulla destra. Nel suo perfetto equilibrio e nella sua sontuosa armonia cromatica l'opera conferma la grande capacità tecnica e compositiva dell'artista, imponendosi come un suo esito particolarmente ragguardevole.
Literature: D. Benati, L'Emilia e la Romagna, in Natura morta italiana tra Cinquecento e Settecento, edit by M. Gregori e Johann Georg Prinz von Hohenzollern, Milano 2002, pp. 336-337.