Artista caravaggesco attivo a Napoli, prima metà XVII secolo
The stoning of Zechariah
Oil on canvas
cm. 78x104,5. Framed
Il primo aspetto complesso di questo bel dipinto, di forte impronta napoletana caravaggesca, riguarda il suo soggetto. Come ha riconosciuto Angelo Loda, il tema della lapidazione e le vesti sacerdotali della vittima indirizzano l'iconografia verso la figura veterotestamentaria del profeta Zaccaria, figlio del Sommo Sacerdote Joiadà, che fu lapidato per aver criticato i costumi del re e del popolo ebraico (2 Cronache 24, 20-22). L'impianto scenico del dipinto dipende chiaramente dal Martirio di San Matteo di Caravaggio in San Luigi dei Francesi a Roma, al quale rimandano, seppure liberamente, le due figure principali della vittima e del suo aguzzino che occupano la gran parte della composizione, compressa e molto semplificata rispetto al sublime prototipo. Come è stato opportunamente segnalato in modo indipendente da Nicola Spinosa e Viviana Farina i contrasti chiaroscurali così netti e violenti, come pure la pennellata energica e gli impasti di colore densamente materici, rimandano inequivocabilmente alla galassia di artisti attivi a Napoli nel secondo quarto del Seicento variamente raggruppabili intorno al nome del Maestro dell'Annuncio ai pastori: da Bartolomeo Passante a Pietro Beato, da Juan Do a Francesco Fracanzano. Un tema dal fascino irresistibile che, a dispetto della copiosità degli studi e dei passi avanti compiuti, mantiene ancora un'aura di mistero non completamente risolto.