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Artista attivo a Napoli, metà XVII secolo

San Paolo eremita

Olio su tela
cm. 127x101. Con cornice
Per la nudità, la vecchiaia e la lunga barba bianca, è possibile riconoscere in quest'immagine possente San Paolo eremita, che scelse la strada della solitudine nel deserto d’Egitto per sottrarsi alle persecuzioni dei cristiani da parte dell’imperatore Decio. Il dipinto parla un linguaggio pittorico inequivocabilmente napoletano, potentemente naturalistico ma già oltre la fase apicale del caravaggismo, ad una data che potrebbe ragionevolmente collocarsi nel sesto decennio del Seicento. Il nostro pittore sembra infatti guardare ormai da una certa distanza i modelli di Ribera, Van Somer e Maestro dell’Annuncio ai pastori, dei quali recepisce l’esempio in una chiave di più sanguigno plasticismo tenebroso. Non siamo sideralmente lontani dal giovane Luca Giordano nella sua declinazione più riberesca (quella, per fare qualche esempio, della Maddalena del Prado, della Benedizione di Giacobbe della Galleria Harrach di Rohrau o del San Gerolamo della collezione Pérez Simon in Messico). Ma l’energia della pennellata, la monumentalità della composizione, il vigore del chiaroscuro, la densità degli impasti spingono ad avvicinare maggiormente il nostro dipinto verso i modi di Mattia Preti: e vale la pena richiamare le affinità iconografiche, compositive e stilistiche con opere quali il Sant’Antonio Abate e San Paolo Eremita della collezione Koelliker di Milano nonché le due versioni del San Paolo Eremita presso il Cleveland Museum of Art e in collezione privata a Malta.
Provenienza:
Collezione privata, Napoli.
€ 10.000,00 / 15.000,00
Stima
€ 6.000,00
Base d'asta
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