Questo notevole dipinto costituisce una significativa testimonianza delle tendenze più naturalistiche che si sviluppano a Genova nella prima metà del Seicento, in relazione all’arrivo in città di quadri di Caravaggio e di suoi stretti seguaci, nonché, già entro il primo decennio del XVII secolo, di copie di sue opere. Di fatto molti dei migliori artisti genovesi, a partire dal secondo decennio, virano bruscamente verso la direzione caravaggesca e verso un linguaggio pittorico in cui prevalgono forti contrasti chiaroscurali e un intenso realismo. Fra questi vanno segnalati Domenico Fiasella, Luciano Borzone, Orazio De Ferrari e Gioacchino Assereto: proprio a quest'ultimo si richiama molto da vicino il nostro dipinto, sia dal punto di vista stilistico, sia sotto il profilo del clima espressivo così intenso, drammatico e coinvolgente che lo caratterizza.